John Fitzgerald Kennedy

John Fitzgerald Kennedy o semplicemente John Kennedy o JFK (Brookline, 29 maggio 1917 – Dallas, 22 novembre 1963) è stato un politico statunitense. È stato il 35esimo Presidente degli Stati Uniti.

Candidato del Partito Democratico, vinse le Elezioni Presidenziali del 1960 e succedette al generale Dwight D. Eisenhower. Assunse la carica il 20 gennaio del 1961 e la mantenne fino alla sua scomparsa, occorsa in seguito ad un attentato avvenuto durante una visita a Dallas. Alla sua morte, gli subentrò il vicepresidente Lyndon B. Johnson.

Kennedy è stato il primo (e al momento unico) Presidente degli Stati Uniti di religione cattolica, nonché il primo (e al momento unico) presidente non WASP. Fu anche il primo presidente americano ad essere nato nel XX secolo ed il più giovane a morire ricoprendo la carica.

Per il suo carisma e il suo stile, la sua attenzione alle istanze sociali, ai diritti umani e la sua capacità di governo negli anni della guerra fredda - nonché per le tragiche circostanze della sua morte - Kennedy rimane uno dei presidenti statunitensi più amati, ed è considerato da molti un'icona del XX secolo. La sua breve presidenza fu segnata da alcuni eventi molto rilevanti, che ne misero alla prova le doti politiche e lo videro protagonista sulla scena internazionale: lo sbarco nella Baia dei Porci, la Crisi dei missili di Cuba, la costruzione del Muro di Berlino, la Corsa al controllo dello Spazio, gli antefatti della Guerra del Vietnam e l'affermarsi del Movimento per i Diritti civili degli Afro-Americani.

Tutto il mondo pianse la sua prematura scomparsa, avvenuta in circostanze che non sono state mai del tutto chiarite, mentre assieme alla moglie - la First Lady Jacqueline Bouvier Kennedy - percorreva su un'auto scoperta le strade di Dallas. Le ichieste ufficiali promosse dal Governo americano hanno indicato Lee Harvey Oswald come unico responsabile ed esecutore materiale dell'assassinio; tuttavia, numerose ricostruzioni alternative dei fatti, in contrasto con la versione ufficiale, sostengono o che Oswald avesse agito all'interno di una cospirazione o che addirittura non fosse coinvolto nell'attentato.

John F Kennedy nacque a Brookline, nel Massachusetts, da Joseph P. Kennedy e Rose Fitzgerald, membri di due famiglie irlandesi di Boston molto in vista (il nonno materno fu a lungo sindaco della città). Da ragazzo John, soprannominato da tutti "Jack" frequentò la "Dexter School" e in seguito al trasferimento della famiglia da Boston a New York, fu iscritto alla "Canterbory School" di New Milford, una scuola privata cattolica. Lì ebbe una breve esperienza di scoutismo.

Successivamente passò al Choate Rosemary Hall, un collegio di Wallingford, nel Connecticut. Nell'autunno del 1935 si iscrisse all'università di Princeton ma fu costretto a lasciarla prima della fine dell'anno, dopo aver contratto l'itterizia. L'autunno successivo iniziò a frequentare l'università di Harvard. Durante gli anni universitari, Kennedy visitò l'Europa due volte, recandosi nel Regno Unito dove il padre era ambasciatore.

Nella primavera del 1941, Kennedy si arruola volontario nell'esercito, ma viene riformato, principalmente per via della sua spina dorsale. Tuttavia, con l'aiuto degli agganci del padre, la Marina degli Stati Uniti lo accetta nel settembre dello stesso anno. Durante questo periodo Kennedy, mentre infuria la Seconda Guerra Mondiale, partecipa a diverse missioni nel teatro del Pacifico e consegue il grado di tenente di vascello ed il comando di una motosilurante. Le azioni di guerra, di cui fu protagonista, sono state narrate dallo scrittore John Kerans nel libro Le grandi avventure del mare. Le più significative avvennero dopo lo speronamento del PT 109 boat, comandato dal giovane Kennedy.

Il 2 agosto 1943 la motosilurante la PT-109 di notte fu speronata e spaccata in due parti da una nave giapponese ad ovest di New Georgia (vicino alle Isole Salomone). Del piccolo equipaggio, quattro marines morirono subito, altri si avvinghiarono a un relitto che ancora galleggiava e altri ancora furono scaraventati in mare dalla violenza dell'urto. Kennedy entrò in azione con determinazione e coraggio e lottò fino alla fine per portare in salvo i compagni sopravvissuti. Egli era stato scagliato attraverso il ponte, riportando danni alla già malandata schiena. Riuscì tuttavia a trascinare con sé – grazie alle sue eccezionali capacità di nuotatore – per tre miglia nell'oceano Partick McMahon, un marine ferito e gravemente ustionato, giungendo fino a Pudding Island dove il suo equipaggio trovò rifugio. Da qui la notte successiva completamente da solo, non curante del fatto che il mare era infestato di squali, raggiunse nuotando per cinque chilometri il Passagio Fergusson (sorvegliato dagl'incrociatori giapponesi), con l'obiettivo di avvistare qualche nave americana. «Giunto nelle acque del Passaggio Fergusson, sfortunatamente Kennedy non riuscì ad intercettare nessuna unità militare del corpo dei Marines e decise di ritornare dai suoi uomini. Si rese conto che la situazione dei feriti si era aggravata e la fame incominciava a tormentarli, perciò fece in modo che tutti raggiungessero l'isola di Olasana dove sapeva che il cocco cresceva in abbondanza. Da qui il giorno seguente un marine australiano riuscì ad inviare un messaggio radio col quale si chiedeva alla base americana di Rendova di provvedere al salvataggio di tutto l'equipaggio».

Infatti, il mattino seguente il PT 157 boat,come da accordi radiofonici si presentò sul luogo dell'appuntamento concordato con Kennedy. Guidato da lui personalmente la motosilurante raggiunse la scogliera e poi Olasana. Appena fu avvistato, tutti i superstiti gli andarono incontro verso il mare.

Per queste azioni di guerra Kennedy ricevette una medaglia, la Navy and Marine Corps Medal con la seguente motivazione: «Per l'eroismo mostrato nel soccorso di tre uomini in seguito all'attacco ed all'affondamento della sua nave, mentre tentava di attaccare un bombardiere giapponese nell'area delle Isole Salomone la notte tra l'1 agosto ed il 2 agosto 1943. Il luogotenente Kennedy, capitano della nave, ha diretto i soccorsi per l'equipaggio e salvato personalmente tre uomini, uno dei quali ferito seriamente. Nei sei giorni successivi è riuscito a portare tutto il suo equipaggio sulla terraferma e, dopo aver nuotato molte ore per assicurare loro aiuto e cibo, è riuscito a portare in salvo gli uomini. Il suo coraggio, la sua resistenza e l'eccellente comando hanno contribuito a salvare diverse vite e continua la migliore tradizione della Marina degli Stati Uniti».

Le altre decorazioni della Seconda Guerra Mondiale di Kennedy includono la Purple Heart, l'Asiatic-Pacific Campaign Medal, e la World War II Victory Medal. Venne congedato con onore all'inizio del 1945, solo qualche mese prima della resa giapponese.

Nel maggio del 2002 una spedizione National Geographic trova ciò che si crede essere il relitto del PT-109 al largo delle Isole Salomone.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale fece il suo ingresso in politica, in parte anche per compensare il vuoto lasciato dal popolare fratello Joseph Jr., su cui la famiglia Kennedy puntò molte delle sue speranze, ma che venne ucciso in guerra. Nel 1946 il deputato James M. Curley lasciò il suo seggio, corrispondente ad un distretto elettorale a grande maggioranza democratica, per diventare sindaco di Boston; Kennedy corse per quel seggio e batté il rivale repubblicano con un ampio margine. Fu rieletto due volte, con risultati spesso contrastanti rispetto a quelli del presidente Harry S. Truman e del resto del Partito Democratico.

Nel 1952 Kennedy si candidò per il Senato con lo slogan "Kennedy farà di più per il Massachusetts". Con una vittoria a sorpresa, sconfisse il favorito candidato Repubblicano Henry Cabot Lodge, Jr. con un margine di soli 70.000 voti.

Kennedy sposò Jacqueline Bouvier il 12 settembre 1953. Nei due anni successivi subì diverse operazioni alla spina dorsale e fu spesso assente dal Senato. Durante questo periodo pubblicò il libro Profiles in Courage, in cui venivano raccontati otto casi in cui senatori statunitensi rischiarono le loro carriere pur di non rinnegare i loro ideali personali. Il libro vinse il premio Pulitzer del 1957 per le biografie.

Il Senatore Joseph McCarthy era un amico della famiglia Kennedy e aveva frequentato una delle sorelle di John, Patricia. Robert F. Kennedy aveva lavorato nello staff del comitato d'indagine di McCarthy. Nel 1954, quando il Senato era ancora indeciso se censurare McCarthy, John Kennedy aveva preparato un discorso a favore della censura, ma non lo pronunciò mai. Quando, il 2 dicembre 1954 il Senato decise per la censura, John Kennedy era all'ospedale e non disse mai come avrebbe votato. L'episodio danneggiò molto l'immagine di Kennedy tra i liberal specialmente con Eleanor Roosevelt. [T. Reeves, & Collier & Horowitz].

Nel 1956 Kennedy propose la sua nomination per candidarsi alla vice-presidenza per il Partito Democratico, ma il partito gli preferì il delegato del Tennessee Estes Kefauver. Tuttavia gli sforzi di Kennedy fecero crescere la reputazione del giovane senatore nel partito.

John F. Kennedy votò a favore della formulazione definitiva del Civil Rights Act del 1957, dopo aver votato per il "Jury Trial Amendment", che ridusse l'efficacia dell'atto, ostacolando il rinvio a giudizio per gli autori delle violazioni. Tra i primi sostenitori della campagna presidenziale di Kennedy si annoverarono, infatti, anche segregazionisti convinti come James Eastland, John McClellan e il Governatore del Mississippi James Coleman [T. Reeves, "A Question of Character', p. 140].

Nel 1960 Kennedy dichiarò il suo intento di correre per la presidenza degli Stati Uniti. Nelle elezioni primarie del Partito Democratico si contrappose al senatore Hubert H. Humphrey del Minnesota, al senatore Lyndon B. Johnson del Texas e ad Adlai Stevenson II, candidato democratico nel 1952 e nel 1956, che pur non correndo ufficialmente era uno dei favoriti. Kennedy vinse le elezioni primarie in Stati chiave come il Wisconsin e la West Virginia e giunse da favorito alla Convention Democratica nel 1960.

Il 13 luglio 1960 il Partito Democratico nominò Kennedy candidato alla presidenza. Kennedy chiese a Lyndon Johnson di essere il suo candidato alla vice presidenza, nonostante gli scontri tra i due durante le elezioni primarie. Johnson, contrariamente alle previsioni dello staff di Kennedy, accettò.

In settembre e in ottobre, Kennedy si confrontò con il candidato Repubblicano alla presidenza Richard Nixon nel primo dibattito presidenziale mai trasmesso alla televisione. Durante il dibattito Nixon apparve teso e mal rasato, mentre Kennedy trasmise un'immagine composta e sicura. Kennedy fu ritenuto da tutti il vincitore del confronto, nonostante gli osservatori avessero considerato i due sostanzialmente alla pari in termini di oratoria. Il confronto televisivo Kennedy-Nixon è stato ritenuto un punto di svolta nella comunicazione politica: il momento in cui il medium televisione inizia ad avere un ruolo decisivo ed il modo di presentarsi davanti alle telecamere diventa di capitale importanza per un candidato. Buona parte del merito del buon esito per Kennedy del confronto televisivo andava comunque accreditata, come sarebbe accaduto poi in successive circostanze, all'apporto di uno dei suoi più stretti collaboratori, Arthur Schlesinger Jr.

Nelle elezioni generali dell'8 novembre 1960, Kennedy batté Nixon in una competizione molto serrata, e all'età di 43 anni divenne il primo presidente cattolico ed il più giovane presidente eletto (Theodore Roosevelt era più giovane, ma divenne presidente subentrando a William McKinley quando questi fu assassinato).

John F. Kennedy prestò giuramento come 35° presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 1961. Nel suo discorso inaugurale parlò del bisogno di tutti gli americani di essere cittadini attivi. Disse: « Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese ». Chiese anche alle nazioni del mondo di unirsi nella lotta contro ciò che chiamò "i comuni nemici dell'umanità... la tirannia, la povertà, le malattie e la guerra".

Il 17 aprile 1961, l'amministrazione Kennedy implementò una versione modificata del piano di Dwight D. Eisenhower, (predecessore di Kennedy) per deporre Fidel Castro, leader socialista di Cuba. Durante l'amministrazione Eisenhower questo piano produsse l'esecuzione di numerosi attentati terroristici, uno dei quali è rimasto involontariamente più noto: quello che portò alla realizzazione della famosa foto-icona di Che Guevara, scattata dal fotografo Korda durante i funerali di 75 cubani morti nell'esplosione di una nave. Con i Kennedy e il sostegno della CIA, si realizzò il piano "mangusta" che, oltre alla famosa tentata invasione della Baia dei porci, in cui 1.500 cubani anticastristi vennero sconfitti dalle forze regolari cubane, effettuò in 14 mesi 5.780 azioni terroristiche e 716 sabotaggi ad infrastrutture economiche cubane.

Il 13 agosto 1961, il regime sovietico al controllo della Germania dell'Est eresse un muro che divideva Berlino est dal settore ovest della città per fermare l'esodo delle persone in fuga dalla collettivizzazione forzata. Benché questa azione fosse in spregio agli accordi siglati dalle "quattro potenze", Kennedy non intraprese alcuna azione per fermarla e fece molto poco per impedire che il muro raggiungesse una lunghezza di 155 chilometri. Questo nonostante che due mesi prima (il 15 giugno 1961) durante la sua visita a Berlino avesse tenuto un discorso pubblico che sarebbe divenuto uno dei momenti simbolo della Guerra Fredda:

« Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Lasciateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che il comunismo è l'onda del futuro. Lasciateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che, in Europa e da altre parti, possiamo lavorare con i comunisti. Lasciateli venire a Berlino! E ci sono anche quei pochi che dicono che è vero che il comunismo è un sistema maligno, ma ci permette di fare progressi economici. Lasst sie nach Berlin kommen! Lasciateli venire a Berlino! [...] Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso di dire, Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese)».

Questi eventi portarono alla crisi dei missili di Cuba, che iniziò il 14 ottobre 1962, quando gli aerei-spia U-2 americani fotografarono un sito cubano dove era in costruzione una base missilistica sovietica. Kennedy si trovò di fronte un pesante dilemma: se gli Stati Uniti avessero attaccato il sito, avrebbero dato inizio ad una guerra nucleare con l'Unione Sovietica. Se non avessero fatto nulla, avrebbero avuto una permanente minaccia nucleare nella propria regione, in una vicinanza tale da rendere quasi impossibile un contrattacco qualora i nemici avessero attaccato per primi. E ancora, la paura che gli Stati Uniti apparissero deboli agli occhi del mondo.

Molti ufficiali militari e ministri del governo fecero pressione per un attacco aereo, ma Kennedy ordinò un blocco navale ed avviò negoziati con i russi. Una settimana dopo raggiunse un accordo con il Segretario Generale Nikita Khrušc?v. Khrushchev si accordò segretamente a ritirare i missili in cambio dell'impegno degli Stati Uniti a non invadere Cuba e a ritirare i propri missili nucleari dalla Turchia.

A seguito di questo incidente, che portò il mondo più vicino ad un conflitto nucleare di quanto fosse mai stato prima, Kennedy divenne più cauto nel confrontarsi col totalitarismo sovietico. Il 26 giugno 1963 visitò Berlino Ovest e tenne un pubblico discorso di critica contro la costruzione del muro. Il discorso è famoso per la sua famosa frase, pronunciata in tedesco, "Ich bin ein Berliner", che fu salutata dai berlinesi con una grande ovazione.

Ritenendo che "coloro che rendono impossibile una rivoluzione pacifica rendono inevitabile una rivoluzione violenta", Kennedy cercò di contenere la diffusione dei sistemi totalitari in America Latina fondando la Alliance for Progress, che inviò aiuti alle nazioni in difficoltà e cercò di imporre un maggior rispetto dei diritti umani nella regione.

Preoccupato dai pericoli a lungo termine della contaminazione nucleare e della proliferazione delle armi nucleari, Kennedy spinse anche per l'adozione di un trattato (il Limited o Partial Test Ban Treaty) che proibisse i test nucleari in atmosfera. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Unione Sovietica furono i primi firmatari del trattato. Kennedy lo convertì in legge nel 1963 e da molti questa è ritenuta una delle maggiori conquiste della sua amministrazione.

Un altro esempio della convinzione di Kennedy della possibilità di migliorare il mondo senza ricorrere alla forza militare fu la creazione del programma dei Peace Corps, uno dei suoi primi atti da presidente. Attraverso questo programma - che ancora oggi esiste - cittadini statunitensi poterono offrirsi volontari per aiutare nazioni in via di sviluppo in aree quali l'educazione, l'agricoltura e la salute.

Il Vietnam fu un altro fronte della politica estera kennediana. Diviso in due come era e come è ancora oggi la Corea (comunisti al nord e capitalisti al sud), durante la sua presidenza a seguito di continue minacce all'indipendenza dello stato meridionale, Kennedy vi incrementò il numero di consiglieri militari facendoli passare da poche centinaia fino a 16.000 (al momento della sua morte). Nell' agosto del 1964 il Presidente Johnson, prendendo spunto da un confuso incidente avvenuto nel golfo del Tonchino, si presentò di fronte al Congresso degli Stati Uniti facendosi dare adeguati poteri per intraprendere iniziative militari. Iniziava la guerra del Vietnam. Nel 1965 partirono i primi bombardamenti aerei, mentre il numero dei soldati impegnati raggiungeva quota 500.000 nel 1967.

Le responsabilità di Kennedy nella guerra del Vietnam sono da decenni oggetto di discussione. Secondo alcuni egli ha acceso la miccia che ha provocato la guerra, un conflitto che avrebbe causato egli stesso se non fosse stato ucciso. Altri sostengono invece che Kennedy non avrebbe mai dato il via all'escalation, facendo notare che essa fu solo opera di Johnson, e che al momento dell' assasinio non ci fosse nessuna battaglia in atto. Oggi quest'ultima considerazione sembra essere maggioritaria all'interno della comunità degli storici e politologi americani. Non trascurabili sono poi le dichiarazioni rilasciate dall'ex segretario della difesa americano (in carica in quegli anni) Mc Namara, che nel film The Fog of War (distribuito anche in Italia con lo stesso titolo) ha affremato che Kennedy non aveva nessuna intenzione di impegolarsi in una guerra in Vietnam, così come la presenza di un memorandum datato 11 Ottobre 1963 in cui Kennedy ordinava il ritiro di 1000 uomini dal Vietnam, decisione poi subito annullata da Johnson dopo l'uccisione di JFK.

Uno dei problemi interni agli Stati Uniti più pressanti durante l'era Kennedy fu la turbolenta fine della discriminazione razziale. La Corte Suprema statunitense si era pronunciata nel 1954 contro la segregazione razziale nelle scuole pubbliche, vietandola, tuttavia c'erano molte scuole, soprattutto negli stati meridionali, che non rispettavano questa decisione. Rimanevano inoltre in vigore le pratiche di segregazione razziale sugli autobus, nei ristoranti, nei cinema e negli altri spazi pubblici.

Migliaia di statunitensi di tutte le razze ed estrazioni sociali si unirono per protestare contro questa discriminazione. Kennedy, affascinato in parte anche dalle filosofie marxiste, sostenne l'integrazione razziale ed i diritti civili e chiamò inoltre a sé durante la campagna elettorale del 1960 la moglie dell'imprigionato reverendo Martin Luther King Jr., guadagnandosi il consenso della popolazione nera alla sua candidatura. Tuttavia, da presidente, temette che il grassroots movement avrebbe potuto irritare troppo i bianchi del sud ed inizialmente tese ad ostacolare il passaggio delle leggi sui diritti civili attraverso il Congresso, dominato da Democratici meridionali, allontanandosi dalle posizioni del movimento. Il risultato fu quello di venire accusato da molti leader dei movimenti per i diritti civili di non dar loro il sostegno promesso, qualcuno lo accusò di aver strumentalizzato i movimenti per i diritti civili in chiave meramente elettorale.

Kennedy voleva intensamente che fossero gli Stati Uniti a guidare l'esplorazione dello spazio. L'Unione Sovietica era più avanti degli Stati Uniti nella conoscenza dei viaggi spaziali e Kennedy era convinto che gli Stati Uniti avrebbero potuto colmare il divario. Disse che "nessuna nazione che aspiri ad essere alla guida della altre può attendersi di rimanere indietro nella corsa per lo spazio".

Kennedy chiese al Congresso di finanziare il Programma Apollo per oltre 22 miliardi di dollari, con lo scopo di portare un uomo statunitense sulla Luna entro la fine della decade. "Abbiamo scelto di andare sulla Luna e di fare altre cose, non perché sono facili, ma perché sono difficili", disse Kennedy. Sei anni dopo la sua morte questo obiettivo fu infine raggiunto.

Sia Kennedy che la moglie "Jackie" furono molto giovani in confronto alle precedenti coppie presidenziali e furono figure molto popolari, venne loro tributata un'attenzione più simile a quella riservata a cantanti rock ed a stelle del cinema, più che ad un politico ed a sua moglie. Influenzarono persino la moda dell'epoca e loro fotografie comparivano spesso nei rotocalchi dell'epoca.

I Kennedy portarono una ventata di vita nuova nell'atmosfera della Casa Bianca. Convinti che la Casa Bianca fosse un luogo dove celebrare la storia, la cultura e le conquiste americane, invitarono regolarmente artisti, scrittori, scienziati, poeti, musicisti, attori, atleti e vincitori di premi Nobel. Jacqueline Kennedy inoltre riadattò quasi tutte le stanze della Casa Bianca con nuovi arredi e pezzi d'arte.

La Casa Bianca sembrò anche un luogo più gioioso per via della presenza dei due figli piccoli della coppia, Caroline e John Jr. (che sui rotocalchi verrà erroneamente chiamato John-John). Nel prato antistante la Casa Bianca i Kennedy misero una nursery, una piscina ed una casetta per bambini su un albero.

Dietro la facciata elegante, anche la vita privata dei Kennedy conobbe qualche tragedia, come la morte del neonato figlio Patrick, nell'agosto 1963.

Le informazioni rivelate successivamente alla morte di Kennedy non lasciano dubbi sul fatto che avesse avuto diverse relazioni extra-coniugali, tra le altre sembra anche con l'attrice Marilyn Monroe, nonché persino con personale femminile e visitatrici della Casa Bianca. In quegli anni non era solito mettere in pubblico questo tema e, nel caso di Kennedy, non fu mai discusso pubblicamente mentre era in vita.

Il carisma che Kennedy e la sua famiglia irradiavano, valsero alla sua amministrazione l'appellativo postumo di "Camelot".

Il presidente Kennedy fu assassinato a Dallas, in Texas, il 22 novembre 1963 alle 12:30, ora locale, mentre era in visita ufficiale alla città. Fu un evento straordinario e devastante per la vita di molti americani. "Dov'eri quando hanno sparato a Kennedy?" fu una domanda posta di frequente negli anni successivi e continuò a risuonare per decenni dopo il fatto.

Lee Harvey Oswald, venne arrestato alle 13:50, quindi alle 19:00 accusato di aver ucciso un poliziotto di Dallas ed alle 23:30 di aver ucciso il presidente nel quadro di una "cospirazione conservatrice" Oswald venne a sua volta ucciso nel seminterrato della stazione di polizia di Dallas da Jack Ruby, il proprietario di un night-club di Dallas noto alle autorità per i suoi legami con la Mafia, prima di venire portato in tribunale. Ruby si difese sostenendo di essere un grande patriottico e di essere rimasto turbato dalla morte di JFK. Cinque giorni dopo la morte di Oswald, il presidente Lyndon B. Johnson creò la Commissione Warren, presieduta dal giudice Earl Warren, per indagare sull'omicidio.

Nel 1993, il libro Case Closed: Lee Harvey Oswald and the Assassination of JFK del giornalista investigativo Gerald Posner, analizzò le prove su cui si basano le principali teorie cospirative, concludendo che nulla di quanto si sa fino ad ora dimostra l'esistenza di un complotto. Il libro tuttavia è stato duramente criticato per avere omesso o addirittura interpretato soggettivamente fatti ed elementi tesi ad escludere il complotto che di fatto rimarrebbe l'ipotesi più accreditata nonostante la teoria dell'assassino solitario sostenuta dalle inchiesta ufficiali. Nel novembre del 2002 venne tolto il segreto alle cartelle cliniche di Kennedy, rivelando che i suoi problemi fisici erano più seri di quanto si pensasse in precedenza. Oltre a soffrire un dolore costante per la frattura di alcune vertebre, soffriva di disturbi digestivi della malattia di Addison. Kennedy veniva sottoposto ad iniezioni di procaina prima di ogni evento pubblico per poter apparire in salute. La spina dorsale di Kennedy era affetta da un'osteoporosi aggravata dalle iniezioni di corticosteroidi; questo lo constringeva ad usare un busto per alleviare il peso del corpo sulle vertebre inferiori. È stato ipotizzato che lo indossasse anche il giorno in cui venne ucciso - dopo essere stato colpito una prima volta il suo corpo sarebbe dovuto scivolare in una posizione in cui l'automobile gli avrebbe offerto una maggiore protezione, ma il busto mantenne il suo corpo in posizione eretta dando all'assassino il tempo di sparare il colpo fatale alla testa.

Negli ultimi tempi è venuta alla luce la cdt. "pista italiana" delle indagini riguardanti l'omicidio del presidente americano.Tali indagini nascono dalle rilevazioni fatte sull'arma utilizzata dal killer:si tratterebbe infatti di un fucile Carcano modello 91/38 matricola C2766.Questo fatto non è nuovo poiché fu proprio la commissione Warren a svolgere queste indagini.Il rapporto Warren infatti stabilì che il C2766 era prodotto in Italia presso la Règia fabbrica d'Armi di Terni e che era unico al mondo - e cioè quello acquistato da Oswald - grazie ad un documento fornito dal Sifar, il servizio segreto militare italiano dell'epoca. Si presume infatti che vi sia un collegamento tra l'omicido del presidente americano Kennedy e l' Agenzia della Cia stanziata in Italia e facente capo a William K. Harvey,responsabile inoltre dell'Executive Action, il comitato nato a Langley che studiava e metteva in pratica piani per eliminare leader stranieri come Trujillo, Lumumba e Castro. Harvey utilizzò spesso esponenti della Mafia italo-americana per attuare questi progetti delittuosi: venne defenestrato da Kennedy e trasferito a Roma pochi mesi prima del delitto, nella primavera-estate del 1963.(fonte: Ansa 2007).

Il 14 marzo 1967 il suo corpo è stato portato al cimitero monumentale nazionale di Arlington (Virginia).

Kennedy è il presidente statunitense che ha vissuto meno a lungo di tutti: 46 anni e 177 giorni.

 

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Tratto da: John Fitzgerald Kennedy. Wikipedia, L'enciclopedia libera.