Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 - Baltimora, 7 ottobre 1849) fu uno scrittore statunitense, un poeta e un saggista considerato tra le figure più importanti della letteratura americana, inventore del racconto poliziesco (detective story) e del giallo psicologico (psychological thriller).
Nato a Boston nel 1809, figlio di due attori girovaghi, trascorse la sua infanzia presso un ricco mercante di Richmond e soffrì a lungo per l'abbandono e la morte precoce dei genitori.
Nel 1815 si trasferì con gli Allan in Inghilterra dove frequentò le scuole fino al 1820.
Da bambino rivelò una eccezionale memoria. La sua inclinazione, a volte forse eccessiva, per le rime e le anafore, gli valse, presso i contemporanei, l'appellativo di jingle-man, coniato dal grande filosofo Ralph Waldo Emerson.
La sua esagerata passione per musica e poesia forse fu causa del violento squilibrio al sistema nervoso della sua esile fibra. Di sé scrive:
«Nella mia infanzia mostrai di avere ereditato questi caratteri di famiglia; discendo da una razza che si è sempre distinta per immaginazione e temperamento facilmente eccitabile…»
I genitori adottivi gli vollero dare un’educazione strettamente inglese. Studiò in Inghilterra, dove i massimi scrittori e poeti inglesi esercitarono grande influenza sulla sua sensibilità. Le memorie di quel tempo sono raccontate nel William Wilson, dove descrive la sua scuola di Stoke Newington antichissima casa di un misteriosissimo villaggio dell’Inghilterra ricco di passeggiate fantastiche, sulle quali gettavano perennemente le loro grandi ombre immemorabili olmi.
Nel 1821, a undici anni, tornò in America, dove compose le sue prime poesie. Licenziato nel 1825 dall’Accademia di Richmond, si invaghì di Elena Stannard, madre di un suo compagno di studi. Inconsolabile per la precoce morte della signora Stannard, dalle lettere si desume che per parecchi mesi si recò solo, di notte, anche sotto la pioggia, a piangere disperatamente sulla tomba di lei. In quell’anno compose rime ad Elena, poi a Leonora, Irene, Paeau. Ma solo Elmira Royster ebbe su di lui un fascino irresistibile: si amarono con passione ma il loro matrimonio fu ostacolato dal padre della fanciulla per vecchi rancori con il signor Allan padre adottivo del Poe. Per lo sconforto da quella triste vicenda che di nuovo gli sconvolse l’animo compose la poesia Tamerlano.
Per il Poe l’anno 1826 fu decisivo, perché abbandonò il padre che non volle sostenere i suoi debiti per la vita studentesca dissipata che aveva condotto all’Università di Virginia. Accusato di aver contratto debiti di gioco, si trasferì a Boston dove pubblicò a proprie spese, nel 1827, il suo primo libro di poesie "Tamerlano e altre poesie" (Tamerlane and other poems) che risentivano dell'impronta byroniana e che gli meritarono la prima fama.
Alla morte avvenuta nel 1834, il padre adottivo, non essendoci stata alcuna riconciliazione, non gli lasciò nulla in eredità.
Non si conosce con esattezza la sua vita fino al 1833. Si può desumere che, inseguendo di se stesso un'immagine romantica, si arruolò nell'esercito statunitense raggiungendo il grado di sergente maggiore e fu, in qualità di cadetto, a West Point fino a quando si fece deliberatamente espellere per infrazioni disciplinari.
Poi, viene indicato quale vincitore del premio di cento dollari offerto dal giornale letterario Saturday Visitor di Baltimora, con il Manoscritto trovato in una bottiglia e con la poesia Il Colosseo.
Iniziò a guadagnarsi la vita scrivendo, a Baltimora, Richmond, New York e Filadelfia e nel 1835 pubblicò i suoi primi racconti sul Courier ed entrò a far parte della redazione del Southern Literary Messenger di Richmond, ma continuò ad avere una vita angosciosa ed oscura.
In una lettera dell’11 Settembre 1835 scritta a Kennedy, uno dei pochi suoi ammiratori, si legge:
«Sono in uno stato depressivo spirituale mai fino ad ora avvertito. Mi sforzo invano sotto questa malinconia e credetemi, quando Vi dico che malgrado il miglioramento della mia condizione mi vedo sempre miserabile. Consolatemi Voi che lo potete e abbiate di me pietà perché io soffro in questa depressione di spirito che se prolungata, mi rovinerà…»
L’anno successivo, allo stesso, che lo criticava per le sue bizzarrie e satire rispondeva:
«Dopotutto potrebbe essere vero che i miei racconti siano scritti per scherzare anche se è possibile che questo scopo sia rimasto ignoto in parte anche a me.»
Tra il 1837 e il 1838 scrive Storia di Arthur Gordon Pym (The Narrative of Arthur Gordon Pym), che viene pubblicato nel 1838. Si tratta di uno dei libri più famosi di Poe, e tra i più rappresentativi della sua narrativa del terrore.
Nel 1840 pubblicò a Filadelfia La caduta della casa Usher, Morella, William Wilson, La cometa e La conversazione di Eiros e Charmion ed una prima raccolta dei "I racconti del grottesco e dell'arabesco" (Tales of the grotesque and the arabesque).
Nel 1841, per il Gift ed il Graham’s Magazine, scrive Eleonora e Autografia, Studi letterari e critici su scrittori contemporanei, Il ritratto ovale, La vita della morte, La maschera della morte rossa. Scrive inoltre Gli omicidi della Rue Morgue, considerato da molti il racconto capostipite del genere poliziesco. In esso compare per la prima volta il personaggio del detective criminologo Auguste Dupin, antesignano di quegli investigatori 'deduttivi' che avranno in Sherlock Holmes il più celebre rappresentante.
Nel 1843 "Lo scarabeo d'oro" (The Gold Bug) che ottenne grande successo e nel 1845 "Il corvo e altre poesie" che gli diedero la celebrità.
Nel 1842 pubblicò Il dominio di Arnheim, Il giardino nel paesaggio, Il pozzo ed il pendolo, Il mistero di Maria Roget, opere che gravitano intorno ad una visione della realtà e contemporaneamente dell’immaginario; odio, fascino e paura, entusiasmo e diffidenza di una società dalla quale cerca di fuggire, in una prosa ricca di echi shakespeariani e metafisici.
Nel 1846 la moglie morì di tubercolosi e ciò fece sprofondare lo scrittore nella più cupa desolazione. Dopo la morte della moglie il genio dello scrittore è travolto dal dolore e dal rimpianto, che egli affogò nell’alcool - ancor più di quanto già abitualmente faceva. L'estrema povertà in cui vive, lo costringe addirittura ad usare le lenzuola del corredo matrimoniale (portate in dote dalla sposa) come sudario per la moglie stessa.
«Voi chiedete: potete dirmi quale fu il terribile demone causa delle irregolarità tanto profondamente lamentate? Sì, dirò anche di più: questo fu il demone più grande che mai distrusse un uomo. Sei anni fa una donna da me amata come mai altro uomo amò una donna, disperatamente ebbe spezzata un’arteria mentre cantava ed io soffrii tutta l’agonia della sua morte… Come un folle avevo alterni intervalli di lucidità e durante questi eccessi di incoscienza assoluta io bevvi Dio solo sa quando e quanto. I miei amici preferiscono il vizio del bere piuttosto che bere al vizio: fu l’orribile, infinita oscillazione fra la speranza e la disperazione che non potei più sopportare senza la totale perdita della ragione. Ricevetti nuova vita dalla morte di quella. Ma, oh Dio, quale esistenza melanconica! Io non trovo alcun piacere nell’uso di stimolanti verso i quali sono così indulgente. Solo per il desiderio di sottrarmi alla tortura dei miei ricordi ho messo in pericolo la mia vita e non per un desiderio di piacere.»
Il 3 febbraio del 1848 Poe tenne a New York una conferenza sulla "Cosmogonia dell'Universo"; nei mesi successivi, egli rielaborò il testo di quella conferenza, che pubblicò con il titolo Eureka. In questo "poema in prosa" Poe descrive un universo in evoluzione che anticipa alcuni importanti temi della cosmologia moderna.
Poe sembrava essersi ripreso dal suo stato di prostrazione dopo la morte della moglie ed aveva diversi progetti per il futuro; ma il 7 ottobre del 1849 venne trovato in stato di delirium tremens sulla banchina del porto di Baltimora. Ricoverato in ospedale, morì dopo qualche giorno probabilmente di emorragia cerebrale. Le circostanze esatte della sua morte non sono mai state chiarite. Alcune fonti dichiarano che prima di morire era diventato omosessuale.
Poe era affascinato dal mesmerismo, tant'è che scrisse dapprima una novella, Rivelazione mesmerica, in cui un soggetto mesmerizzato in punto di morte descrive la vita nell'aldilà, parlando del regno delle ombre. Poi, sullo stesso argomento, un racconto di poche pagine, La verità sul caso di Mr. Valdemar tradotto anche con il nome di Testimonianza sul caso del signor Valdemar.
Poe viene citato nel testo della canzone "I am the walrus" dell'album "Magical Mystery Tour" dei Beatles