Bertrand Arthur William Russell (Ravenscroft, 18 maggio 1872 – Penrhyndeudraeth, 2 febbraio 1970) è stato un filosofo, logico e matematico gallese.
Fu anche un autorevole esponente del movimento pacifista e un divulgatore della filosofia. In molti hanno guardato a Russell come a una sorta di profeta della vita creativa e razionale; al tempo stesso la sua posizione su molte questioni fu estremamente controversa.
Bertrand Russell nacque da una famiglia aristocratica. Perse la madre all'età di due anni, il padre a quattro. Fu cresciuto dai nonni: Lord John Russell, ex primo ministro del regno britannico e la moglie Frances. Suo padrino di battesimo fu il filosofo John Stuart Mill.
Russell incontrò per la prima volta Alys Pearsall Smith, quacchera americana, all'età di diciassette anni. I due convolarono a nozze nel dicembre del 1894, ma si separarono nel 1911. Russell non fu mai fedele alla prima moglie; ebbe relazioni, tra le altre, con Lady Ottoline Morrell e Constance Malleson.
Dal 1890, Russell studiò filosofia e logica presso l'università di Cambridge. Nel 1908 divenne assistente al Trinity College. Nel 1920, Russell fece un viaggio in Unione Sovietica e successivamente fu invitato per un anno a Pechino. Nel 1921, Russell perse l'incarico presso l'università, divorziò da Alys e sposò Dora Russell. Dal secondo matrimonio ebbe due figli, John e Kathrine. In quegli anni si mantenne scrivendo testi divulgativi su fisica etica ed educazione. Insieme alla moglie, nel 1927 fondò la scuola sperimentale di Beacon Hill.
Dopo avere divorziato da Dora, nel 1936 si sposò per la terza volta con una studentessa di Oxford, Patricia ("Peter") Spence.
Nel 1939 si trasferì negli Stati Uniti per un incarico presso l'UCLA di Los Angeles. Nel 1944 fece ritornò in Inghilterra presso il Trinity College. Nel 1952 divorziò da Peter e sposò Edith, la quarta moglie, che conosceva dal 1925. Negli anni sessanta Bertrand Russell scrisse i tre volumi di cui si compone la sua autobiografia che portò a termine prima di morire in Galles nel 1970 per un'influenza.
Al sopraggiungere della morte, Russell era anche una voce autorevole nel campo della morale e dell'etica, conseguentemente alla sua presa di posizione contro le armi nucleari e la guerra americana in Vietnam.
Nel 1950, Russell fu insignito del Premio Nobel per la letteratura "quale riconoscimento ai suoi vari e significativi scritti nei quali egli si erge a campione degli ideali umanitari e della libertà di pensiero".
Nella logica matematica Russell fissò il paradosso che successivamente prese da lui il nome di paradosso di Russell. Il paradosso minava irrimediabilmente il progetto di Gottlob Frege di ridurre la matematica alla logica. Nondimeno, Russell difese la teoria del logicismo e tentò egli stesso in prima persona di realizzare la riduzione logicista, assieme a Alfred North Whitehead, nei Principia Mathematica, un sistema assiomatico con cui tutte le affermazioni della matematica potevano essere costruite, ma che restarono incompleti. Nemmeno i Principia Mathematica, che pure si sottraevano alle aporie contro le quali si era infranto il sogno di Frege, poterono resistere ai teoremi di incompletezza di Kurt Gödel che provava come nessun sistema logico finito potesse risolvere dentro di sé tutte le verità della matematica.
Il principale contributo di Russell alla filosofia del linguaggio è la teoria delle descrizioni. Essa è normalmente illustrata con l'argomento de “l'attuale re di Francia”, usata per esempio nell'enunciato “L'attuale re di Francia è calvo”. A chi si riferisce questo enunciato dal momento che attualmente non esiste alcun re di Francia? Alexius Meinong aveva suggerito che noi dovessimo presupporre un mondo delle “entità non esistenti” a cui poterci riferire quando ricorriamo ad enunciati simili; ma si tratta di una teoria quanto meno curiosa. Frege pensava invece che potessimo rifiutare come “non sensi” tutti gli enunciati le cui parole si riferiscono apparentemente a oggetti che non esistono. D'altra parte una frase come “se l'attuale re di Francia è calvo, allora l'attuale re di Francia non ha capelli sulla testa” non solo non sembra priva di senso ma sembra indubbiamente vera. Infine lo stesso problema si porrebbe se ci fossero due re di Francia: a quale dei due l'espressione “l'attuale re di Francia” si riferisce?
Il problema è posto dalle “descrizioni definite”. Esse comprendono tutte le espressioni che iniziano con “il” e alle volte anche i nomi, come “Walter Scott". Qual è la forma logica delle descrizioni definite? Come, in termini fregeani, possiamo parafrasarle così da mostrare che la verità dell'intero dipende dalla verità delle singole parti? Le descrizioni definite sono simili a nomi che per natura denotano esattamente un oggetto, né più né meno.
La soluzione di Russell è di analizzare non le singole parti ma l'intero enunciato che contiene una descrizione definita. “L'attuale re di Francia è calvo”, può essere tradotta in: “Esiste un unico X tale che X è l'attuale re di Francia ed è calvo”.
Russell ritiene che ogni “descrizione definita” contenga un'affermazione di esistenza e un'affermazione di unicità, ma esse possono essere distinte e trattate separatamente dal predicato che è contenuto nell'enunciato in cui compaiono. L'enunciato contiene tre dichiarazioni circa un oggetto: la descrizione definita ne contiene due, il resto dell'enunciato contiene la terza. Se l'oggetto non esiste, o se non è unico, allora l'enunciato è falso, ma non privo di significato.
Una delle maggiori critiche mosse alla teoria di Russell è stata formulata da Peter Frederick Strawson: le descrizioni definite non affermano che il loro oggetto esiste, esse semplicemente presuppongono che esso esista.
La riflessione epistemologica di Russell è passata attraverso diverse fasi. Russell pensa che l'uomo possa conoscere solo i dati sensoriali, percezioni momentanee e soggettive di colori e suoni, e che ogni altra cosa, compresi gli stessi oggetti fisici cui vengono riferite le nostre percezioni sensoriali, non possono essere conosciute direttamente.
Russell è generalmente considerato uno dei fondatori della filosofia analitica. Assieme a George Edward Moore è stato protagonista della “rivoluzione contro l'idealismo” della filosofia anglosassone d'inizio Novecento (che fu echeggiata trent'anni dopo a Vienna, dalla “rivoluzione contro la metafisica” del positivismo logico). Russell e Moore hanno lottato per eliminare quello che essi ritenevano una filosofia incoerente e priva di significato e per raggiungere la chiarezza e la precisione del ragionamento. Gli scritti logici redatti assieme a Whitehead hanno continuato questo progetto. Russell fu maestro di Ludwig Wittgenstein tra il 1911 e il 1914, e lo aiutò a trovare un editore per la pubblicazione del Tractatus logicus-philosophicus oltre che garantirgli un incarico all'Università di Cambridge. Tuttavia, Russell disapprovò l'approccio ai problemi filosofici dell'ultimo Wittgenstein, che a sua volta accusò il suo antico maestro di essere “superficiale e falso”. L'opera e il pensiero di Russell hanno influenzato i lavori di Willard Van Orman Quine, Karl Popper e molti altri.
Bertrand Russell fu un convinto pacifista. Egli si oppose alla partecipazione dell'Inghilterra alla Prima Guerra Mondiale. Per la sua posizione fu prima allontanato e poi perse la cattedra al Trinity College dell'Università di Cambridge; infine fu incarcerato per sei mesi. Negli anni immediatamente precedenti la Seconda Guerra Mondiale, Russell fu fautore di una politica di pacificazione, ma alla fine riconobbe che Hitler doveva essere combattuto.
Russell chiamò la sua posizione “pacifismo relativo” - egli riteneva che la guerra fosse un male, ma anche che, in circostanze estreme, (ad esempio, quando Hitler minacciava di occupare l'Europa intera) la guerra stessa potesse essere il male minore.
A partire dagli anni cinquanta Russell, dopo avere sostenuto in una conferenza pubblica del 1948 la necessità di una attacco nucleare preventivo contro l'Unione Sovietica, divenne assieme ad Albert Einstein un sostenitore autorevole del disarmo nucleare. Nel 1961 Russell fu imprigionato per una settimana a seguito della sua condanna del proliferare delle armi nucleari. La guerra in Vietnam fu l'ultimo obiettivo polemico del pacifismo di Russell, che insieme a Jean-Paul Sartre interpellò un tribunale per processare gli Stati Uniti per crimini di guerra.
Russell criticò la ricostruzione dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy; lo scritto 16 Questions on the Assassination pubblicato nel 1964 è ancora considerato un buon riassunto dell'apparente inconsistenza della versione ufficiale del caso.
Politicamente sostenitore del socialismo democratico, Russell criticò duramente il totalitarismo di Stalin.
Russell criticò la nozione vittoriana di moralità. Nei suoi scritti giovanili espresse l'opinione che l'amore tra un uomo e una donna che non sono sposati non è necessariamente immorale se essi si amano veramente. Ciò fu sufficiente a sollevare vigorose proteste e denunce in occasione della sua prima visita in America (la vita privata di Russell fu più edonistica di quanto i suoi scritti non rivelassero ma al tempo non era ancora sufficientemente conosciuta). Nei suoi saggi sulla morale diede avvio a una serie di concezioni morali che divennero popolarissime. Va ricordato, in particolare, il dibattito che si innescò a partire dal suo saggio Matrimonio e Morale, pubblicato nel 1929.
In materia di religione, Russell si dichiarava filosoficamente agnostico e ateo nella vita pratica. La sua attitudine verso il Dio cristiano era identica a quella verso gli dei dell'antica Grecia: fortemente convinto che essi non esistessero, egli non era in grado di dimostrarlo rigorosamente. La sua posizione è spiegata nei saggi Io sono un ateo o un agnostico? e Perché non sono cristiano.
Le posizioni antireligiose di Russell furono oggetto di forti critiche e di pesanti ostracismi. Famoso, ad esempio, è il caso dell'incarico al City College di New York che destò l'ira dei fanatici clericali del tempo e che diede inizio ad una violentissima campagna di diffamazione e intimidazione.