Luigi Sturzo

Don Luigi Sturzo (Caltagirone, 26 novembre 1871 – Roma, 8 agosto 1959) è stato un presbitero e politico italiano.

Ordinato sacerdote il 19 maggio 1894, ottenne la laurea in teologia a Roma nel 1896. Fondò il giornale di orientamento politico-sociale "La croce di Costantino" nel 1897. Nel 1900 fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana Italiana (movimento democratico-cristiano), guidata da Romolo Murri. Tuttavia si distaccò da Murri nel 1906 e nel 1919 fondò il Partito Popolare Italiano, del quale divenne segretario politico.

Pro-sindaco di Caltagirone dal 1905 al 1920, Sturzo rese il PPI un partito molto influente della politica italiana ed un suo voto impedì a Giovanni Giolitti di prendere il potere nel 1922, permettendo così l'insediamento di Luigi Facta.

Si oppose al fascismo e dovette per tale motivo lasciare gli incarichi nel partito e rifugiarsi (dal 1924) prima a Londra e poi a New York. Difese la libera iniziativa con l'argomento della economicità e della libertà.

Dopo la seconda guerra mondiale non svolse un ruolo dominante nella scena politica italiana, ma venne nominato senatore a vita il 17 dicembre 1952 dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi per «altissimi meriti scientifico-sociali»; Sturzo accettò la nomina aderendo al gruppo misto solo dopo aver ricevuto la dispensa da papa Pio XII.

Il 3 maggio 2002 è stato aperto il processo di beatificazione.

Tutta l'attività politica di Sturzo è fondata su una questione centrale: dare voce in politica ai cattolici. Sturzo si impegna per dare un'alternativa cattolica e sociale al movimento socialista.

Per Sturzo i cattolici si devono impegnare in politica, tra politica e chiesa deve esserci, però, assoluta autonomia; la politica, essendo complessa, può essere mossa da principi cristiani, ma non si deve tornare alla vecchia rigidità e all'eccessivo schematismo del passato. Il Cristianesimo è insomma la principale fonte di ispirazione, ma non l'unica.

La società deve saper riconoscere le aspirazioni di ogni singolo individuo: “la base del fatto sociale è da ricercarsi nell'individuo”, l'individuo viene prima della società; la società è socialità, si fonda, cioè, su libere e coscienti attività relazionali.

Sturzo è contrario ad una società immobile ed il movimento è dato dalle relazioni interindividuali tra le persone; la società non deve essere un limite alla libertà dell'individuo, Sturzo non è comunque un iperindividualista. All'interno di questo schema sociale multiforme la religione non può essere strumento di governo, il cristianesimo ha dato qualcosa ad ogni corrente politica: nessuno può dire di possedere il monopolio della verità religiosa.

L'individuo deve scegliere da sé se seguire la propria coscienza di buon cittadino o di credente, non è la Chiesa che deve indirizzarlo nell'atto della scelta, la quale attiene strettamente alla sfera individuale del singolo.

Il PPI nasce perciò come aconfessionale, la religione può influenzare, ma non imporre, si palesa una concezione liberale del partito.

In economia Sturzo è un liberale classico, denuncia il capitalismo di Stato che ritiene dilapidatore di risorse; è un fautore dello stato minimo e censura già all'epoca l'eccessivo partitismo, si dichiara, inoltre, ostile a una concezione statale panteistica. Sturzo fu avversario del centralismo di Giolitti, di Mussolini, ma anche del primo impianto dell'Italia repubblicana, trovando sbagliata l'assenza del regionalismo, necessario per concedere ampia autonomia individuale.In oltre egli amava molto la scrittura storica.

 

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Tratto da: Luigi Sturzo. Wikipedia, L'enciclopedia libera.